LA TRAVAGLIATA STORIA DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

In questo articolo speciale in occasione della Festa della Liberazione vorrei parlare di come sia stata vissuta la liberazione dall’altro schieramento: la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.).

MORTE E RESURREZIONE DEL REGIME FASCISTA

Il 25 luglio 1943, dopo quasi 21 anni di regime, il Gran Consiglio del Fascismo decise di togliere dal potere Benito Mussolini. La decisione venne data al voto e venne approvata dalla maggioranza dei presenti.

Di pomeriggio Mussolini fece visita al Re Vittorio Emanuele III° e si dimetté dalla carica di Capo del Governo; finiva così il regime ventennale di Mussolini. Dopo essere uscito dalla residenza del Re, Mussolini venne arrestato. Al suo posto venne scelto il generale Pietro Badoglio; che il 19 settembre di quello stesso anno avrebbe firmato l’Armistizio, facendo entrare il Regno d’Italia nello schieramento degli alleati.

Mussolini venne spostato ben 5 volte di carcere in un solo anno. L’ultimo di questi carceri fu quello di Campo Imperatore, in Abruzzo. Ma i tedeschi, che volevano creare un governo nelle aree da loro occupate dell’Italia con a capo Mussolini, il 12 settembre 1943 inviarono delle truppe a Campo Imperatore per liberare Mussolini. L’impresa, nonostante Mussolini fosse sorvegliato da 250 carabinieri riuscì: Mussolini venne liberato e condotto a Monaco di Baviera.

Mussolini (al centro, in abiti civili) con le truppe tedesche dopo essere stato da loro liberato.
Bundesarchiv, Bild 101I-567-1503A-07 / Toni Schneiders / CC-BY-SA 3.0 [CC BY-SA 3.0 de (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/deed.en)], via Wikimedia Commons
A Monaco di Baviera Mussolini parlò con Hitler per 2 giorni, durante i quali Hitler convinse Mussolini, anche con alcune minacce, a diventare il Capo del Governo dello stato che sarebbe stato costituito dalla Germania nei territori occupati in Italia.

Il 17 settembre Mussolini disse tramite Radio Monaco, una radio tedesca ascoltabile anche nel Nord Italia, che sarebbe nato un nuovo stato fascista nel Nord Italia. Il 23 settembre fu istituita la Repubblica Sociale Italiana (detta popolarmente Repubblica di Salò), di cui Mussolini divenne Duce, Capo del Governo e Ministro degli Esteri; inoltre, si svolse a Roma, che intanto era stata occupata dai tedeschi, la prima riunione del Governo della Repubblica Sociale Italiana.

La situazione in Italia nel settembre 1943.
blu: Repubblica Sociale Italiana.
rosso: Regno d’Italia (Alleati).
grigio: territori ufficialmente della Repubblica Sociale Italiana, ma controllati dai tedeschi.
(Per l’immagine usata di base: WIKIMEDIA COMMONS)

Questo, almeno, era solo quello che i tedeschi volevano far credere. In realtà, i territori della Repubblica Sociale Italiana erano controllati, come prima, dai tedeschi; lo stato era stato creato solo per rendere lecita l’occupazione tedesca e per ottenere lavoratori quasi gratuitamente.

UNA CURIOSITA':
Tra i membri del Partito Fascista che il 25 luglio 1943 votarono per togliere
dal potere Mussolini vi era Galeazzo Ciano, marito della figlia di Mussolini,
Edda. Fu proprio per questo motivo che l'anno seguente, senza ascoltare i 
pianti di Edda, Mussolini fece fucilare Ciano.

OLTRE LE LINEE

Gli Alleati, che avevano come campo base il Regno d’Italia, partirono quasi subito alla volta della liberazione dei territori della Repubblica Sociale Italiana, oltrepassando tutte le linee “non oltrepassabili” che avevano imposto i tedeschi. Alla fine, nel 1944 rimané inviolata solo una linea, la cosiddetta Linea Gotica (che passava tra Toscana, Emilia-Romagna e Marche), che venne comunque superata senza esitare dagli Alleati. Tra gli Alleati e la Repubblica Sociale Italiana ormai non c’era più nessuna linea. Non è inoltre da dimenticare che intanto nella Repubblica Sociale Italiana vi erano molte formazioni partigiane, per la maggior parte formate da civili, che combattevano all’interno del territorio liberando quel che riuscivano a liberare con le loro forze.

Era ormai ovvio che la Repubblica Sociale Italiana era destinata a morire. Ma questa “morte” della Repubblica Sociale Italiana non avvenne in un solo momento, ma in tre date vicinissime durante il 1945: il 25 aprile (con addirittura 2 avvenimenti), il 28 aprile e il 29 aprile. Vi dico cosa successe durante queste 3 date.

Il 25 aprile 1945 Mussolini, in conseguenza dell’avanzamento degli Alleati in quasi tutti i territori della Repubblica Sociale Italiana, decise di tenere una riunione alla Prefettura Milanese dei personaggi più importanti dello stato, durante la quale sciolse dal giuramento di fedeltà tutti i cittadini (militari compresi) e decise non difendere più Milano, la capitale. Ma in questo giorno, sempre a Milano, avvenne anche un altro avvenimento, dall’altro schieramento: si riunirono i membri del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia), diedero l’ordine ai partigiani del Corpo Volontari della Libertà di attaccare tutte le truppe tedesche e della Repubblica Sociale Italiana e obbligarli ad arrendersi e proclamarono la ribellione alla Repubblica Sociale Italiana in tutti i suoi territori.

Non essendo più difesa, Milano dopo pochi giorni venne liberata. La tanto agognata fine della guerra era arrivata per Milano. Pochi giorni prima della liberazione di Milano Mussolini, alcuni dei più importanti politici della Repubblica Sociale Italiana e la sua amante Claretta Petacci fuggirono dalla città verso la Svizzera con un carico di lingotti d’oro. Vennero però catturati da dei partigiani a Dongo (CO), vicino al confine svizzero, il 27 aprile e condotti a Giulino di Mezzegra, dove vennero fucilati la mattina del 28 aprile. I loro corpi vennero portati a Milano in piazzale Loreto, dove vennero esposti legati a testa in giù e lasciati sfigurare dalla collera popolare. I lingotti d’oro che trasportavano invece sparirono e ancora oggi non si a che fine abbiano fatto.

Croce commemorativa che segnala il punto in cui venne fucilato Mussolini.
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Non avendo più il loro duce e non avendo più quasi nessun territorio, i politici e i militari rimasti della Repubblica Sociale Italiana decisero di firmare una resa con gli Alleati. Ma a presentarsi, il 29 aprile per la firma, furono solo rappresentanti tedeschi, uno dei quali delegato dal Ministro della Difesa Rodolfo Graziani, in quanto la Repubblica Sociale era considerata uno stato fantoccio dagli Alleati. La resa, detta Resa di Caserta (città in cui si svolse), divenne operativa il 2 maggio e provocò, il 29 aprile stesso, la dichiarazione del Tribunale dell’Aia della sconfitta della Repubblica Sociale Italiana. Finivano così in Italia la Repubblica Sociale e la guerra.