802 ANNI FA, LA MAGNA CHARTA

Ieri era l’802° anniversario dell’accettazione della Magna Charta Libertatum da parte di re Giovanni Senzaterra, redatta dall’arcivescovo di Canterbury con lo scopo di stabilizzare l’Inghilterra e riappacificare il Re con i baroni inglesi che si erano rivoltati contro di lui.

IL FATTO 

Per iniziare a raccontare la storia, bisogna subito sapere il significato del soprannome di Re Giovanni, Senzaterra. Vi sono 2 teorie: una sostiene che, essendo il quintogenito del Re Enrico II, non ereditò nessun possedimento; l’altra invece che la Francia venne strappata all’Inghilterra durante il suo regno.

Miniatura rappresentante re Giovanni Senzaterra a cavallo nel libro “De Rege Johann”.
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Giovanni fece una campagna militare per riconquistare la Francia, coprendo le spese tassando i baroni inglesi. Essi si infuriarono, proclamando ingiusta la tassazione. Come se non bastasse, nel 1214, la guerra fu persa e i baroni vennero ulteriormente tassati per pagare il risarcimento imposto dal Regno di Francia. I baroni dell’Est e del Nord decisero allora di rivoltarsi a Re Giovanni. Ebbe così inizio la Prima Guerra dei Baroni.

I baroni chiesero a re Giovanni di approvare lo Statuto delle libertà, che conteneva le regole su come il re dovesse trattare i nobili inglesi e che fu scritto nel 1110 dal predecessore di Giovanni Enrico I. Re Giovanni nella primavera del 1215 decise di far incontrare dei suoi delegati con i ribelli a Oxford e riunì il consiglio a Londra per ideare delle possibili riforme. Per risolvere la questione si dovette chiedere aiuto a Papa Innocenzo III. Pur di riuscire ad ottenere il supporto di Innocenzo III, Giovanni fece il voto di diventare crociato, mentre i baroni stesero un documento basato sullo Statuto delle libertà e che sarebbe stato il prototipo della Magna Charta: la cosiddetta “Ignota Carta delle libertà”. 

In aprile, arrivarono delle lettere a Giovanni da parte di Innocenzo III: egli aveva scelto di supportarlo. Ma i baroni, pur avendo contro il Papa, non si arresero, si riunirono a Northampton per rinunciare al legame di fedeltà a re Giovanni e crearono un vero e proprio esercito. L’esercito dei baroni conquistò Londra, Exeter e Lincoln. Era ovvio che nemmeno la scelta del Papa era stata in grado di placare la rivolta.

A provare a mediare con i baroni fu poi l’arcivescovo di Canterbury Stephen Langton: in lui Re Giovanni aveva riposto l’ultima speranza di riportare la pace in Inghilterra.

Statua di Stephen Langton nella facciata della Cattedrale di Canterbury.
By Ealdgyth (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
Il 10 giugno i baroni e Re Giovanni si incontrarono a Runnymede (una zona verde sulle rive del Tamigi); il luogo venne scelto per 2 motivi: era il luogo tradizionale per le riunioni politiche e si trovava tra il castello di Windsor – dove risiedeva Re Giovanni – e Staines, la sede dei baroni. I baroni presentarono a re Giovanni gli “articoli dei baroni”, un elenco di riforme da attuare che li avrebbero tutelati.

Nei giorni successivi i baroni sintetizzarono gli “articoli dei baroni” in un’ unica carta, che venne chiamata “Magna Charta” (che in latino significa “grande carta”). Il 15 giugno Re Giovanni approvo la Carta e il 19 giugno, dopo che i baroni giurarono di nuovo fedeltà a re Giovanni, la Magna Charta venne finalmente pubblicata.

Ma la Magna Charta si rivelò fin da subito inutile, in quanto provocò ancora più discordia da tutte e due le parti, portò ad un altra guerra civile meno di un anno dopo e al rinnovo della Carta nel 1216. La Carta venne continuamente rinnovata negli anni successivi: nel 1217, nel 1225 e nel 1297.

Una copia della Magna Charta del 1215, conservata nella “British Library” a Londra.
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