E COSI DIVENTARONO ITALIANI…

Questo articolo fa parte dello speciale del sito “Weekend Longobardo”

In questo articolo vi parlerò dell’arrivo dei Longobardi in Italia fino al loro cosiddetto “Rinascimento”.

VIA BIZANTINI!

Come vi avevo detto nello scorso articolo, l’imperatore d’Oriente Giustiniano I concesse ai Longobardi la provincia della Pannonia.

Ma già dopo meno di 28 anni, nel 568, i Longobardi si erano “stancati” di stare in Pannonia e, sotto la guida di re Alboino, partirono alla conquista dell’Italia. Bisogna dire anche che la penisola italiana era stata da pochi decenni era stata conquistata dai Bizantini (sinonimo di Impero Romano d’Oriente), quindi quando i Longobardi partirono per l’Italia, l’accordo fu ufficialmente rotto.

Ma nessuna rottura di accordi poteva fermare i Longobardi, che giunsero in Italia seguendo il fiume Isonzo. Dopo soli pochi mesi la città di Cividale del Friuli (che poi sarebbe diventata la loro “città del cuore”), ma non si fermarono. Dopo poco tempo conquistarono anche quasi tutte le città dell’Italia nordorientale.Nel settembre 569 entrarono anche a Milano e Lucca. L’ultima città del Nord a cadere è stata nel 572, dopo 3 anni di assedio, fu Pavia. Infine, negli anni 70 del VI secolo, i Longobardi avevano assoggettato l’Italia settentrionale, la Toscana e un territorio comprendente le attuali Umbria, Marche, Molise, Campania, quasi tutta la Puglia e una piccola parte della Calabria.

A questo punto l’Italia era divisa tra due acerrimi nemici: Longobardi e Bizantini

L'Italia divisa tra Longobardi e Bizantini (in verde i Longobardi, in blu i Bizantini) (mappa utilizzata di base:WIKIMEDIA COMMONS)
L’Italia divisa tra Longobardi e Bizantini (in verde i Longobardi, in blu i Bizantini)
(mappa utilizzata di base:WIKIMEDIA COMMONS)

DALL’ANARCHIA AL SOLIDO REGNO

L’unico problema che ora i Longobardi dovevano affrontare era quello della stabilità politica nei loro territori: infatti fino ad allora si erano solo preoccupati di conquistare e razziare e nei territori da loro conquistati vi era una terribile situazione di anarchia. I Longobardi allora si organizzarono, dividendo il territorio in:

  • Regno d’Italia, nell’Italia settentrionale, comandato da un re
  • Ducato di Tuscia, corrispondente più o meno all’attuale Toscana, comandato da un duca (dux)
  • Ducato di Urbino, corrispondente più o meno alle attuali Marche, comandato da un duca (dux)
  • Ducato di Spoleto, corrispondente più o meno all’attuale Umbria, comandato da un duca (dux)
  • Ducato di Benevento, corrispondente più o meno alle attuali Campania, Molise, Puglia e Calabria, comandato da un duca (dux)

 

I Ducati Longobardi. In azzurro il Regno d'Italia, in in viola il Ducato di Tuscia, in rosso il Ducato di Spoleto, in marrone il Ducato di Urbino, in giallo il Ducato di Benevento. (mappa utilizzata di base: WIKIMEDIA COMMONS)
I Ducati Longobardi. In azzurro il Regno d’Italia, in in viola il Ducato di Tuscia, in rosso il Ducato di Spoleto, in marrone il Ducato di Urbino, in giallo il Ducato di Benevento.
(mappa utilizzata di base: WIKIMEDIA COMMONS)

TEODOLINDA LA CULTURALE

Ai Longobardi mancava la cultura. A questo ci pensò la regina Teodolinda, nel VII , che fece questo ragionamento in quete fasi:

  1. Gli uomini di cultura rimasti (pochi) dopo i periodi barbarici erano tutti, tra monasteri e luoghi sacerdotali, nella Chiesa Cattolica.
  2. I Longobardi credevano nell’eresia Ariana.
  3. Facendo convertire tutto il popolo longobardo (e soprattutto nobili e politici) al Cattolicesimo, i Longobardi avrebbero avuto pieno accesso alla cultura e buoni rapporti con il vicino Papato.

Così fece e i risultati furono gli stessi che aveva immaginato. Era incominciato il cosiddetto “Rinascimento Longobardo”, un periodo di rinascita culturale e artistica per l’Italia.

Affrescoco rappresentante la regina Teodolinda, 1444, Duomo di Monza. WIKIMEDIA COMMONS
Affrescoco rappresentante la regina Teodolinda, 1444, Duomo di Monza.
WIKIMEDIA COMMONS

ROTARI, RE LEGISLATORE

Ma ai Longobardi mancava ancora qualcosa: la legge.

Nel 643 il re Rotari risolse il problema: stilò le Legge Longobarda. Detta anche Legge del Gudrigildo (“gudrigildo” indicava i denari longobardi), era un misto tra antiche leggi germaniche e nuove leggi che abbattevano la cosiddetta “Legge del Taglione”.

Miniatura medievale rappresentante il re Rotari mentre promulga il suo Editto. WIKIMEDIA COMMONS
Miniatura medievale rappresentante il re Rotari mentre promulga il suo Editto.
WIKIMEDIA COMMONS

IL CAPRICCIO DI CARLO

Nel 756 circa il futuro Sacro Romano Imperatore Carlo Magno, allora re dei Franchi, prese in sposa la figlia del re longobardo Desiderio.

Nel 771 Carlo ripudiò la moglie e infangò così tanto la sua memoria che non si sa neanche il suo nome; decise di fare guerra ai Longobardi e, dopo una breve guerra invase da Nord a Sud assoggettò tutti i territori longobardi.

Finì così, dopo quasi 4 secoli, il lungo dominio longobardo sull’Italia.

                                 FINE!